Al di sopra del mondo by Laura Franco

Al di sopra del mondo by Laura Franco

autore:Laura Franco [Franco, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-09-11T12:00:00+00:00


Sulla colonna.

Dopo aver eseguito il comando di Eufemia, la volontà di Alipio di stabilirsi in cima a una colonna si fa piú precisa. Il suo biografo ci informa che, non possedendo egli i mezzi per costruirsi un pilastro a causa dell’estrema povertà in cui aveva scelto di vivere, alcuni dei suoi compagni furono felici di sobbarcarsi la spesa, poiché vedevano quali straordinari progressi stesse facendo nell’avvicinarsi a Dio, con preghiere incessanti, veglie e digiuni rigorosissimi.

Prima di trasferirsi nella sua nuova sede, Alipio, «avendo deliberato di compiere la salita sulla colonna in modo conforme al volere divino, guidato dai consigli dei vecchi, per cominciare, all’età di trent’anni, entrò in una celletta, molto modesta e assai piccola, dove si esercitò onorevolmente nelle fatiche dell’ascesi per due anni»21. Anche Alipio, dunque, come Simeone il Vecchio e come Daniele, trascorre un periodo da recluso prima di cimentarsi nello stilitismo, seguendo i consigli degli anziani. L’agiografo non chiarisce chi fossero questi vecchi, ma forse, senza forzare troppo il testo, l’affermazione si può anche interpretare come un’allusione agli esempi dei suoi predecessori che praticarono l’ascesi in luoghi chiusi prima di trasferirsi all’aperto in cima alla colonna22. A prescindere dalla sfumatura di significato che si voglia attribuire al termine «vecchi» (che potrebbe anche riferirsi a sacerdoti), l’autore sembra voler dire che una fase preliminare in cui praticare l’ascesi al chiuso sia condizione necessaria per salire sulla colonna in modo gradito a Dio. Alipio è poi paragonato a un generale che si accinge a scontrarsi con le schiere dei nemici, ossia demoni che, irritati dal suo continuo salmodiare, si accaniscono contro di lui e si producono nei loro consueti gesti di ostilità, scuotendo le fondamenta della cella e producendo rumori e strepiti simili al ruggito di leoni.

Superato con successo questo periodo di prova, il santo è pronto per stabilirsi sul pilastro costruito appositamente per lui e a interrompere l’interazione con le folle di devoti che giungevano a visitarlo. Alipio è descritto come un uomo eccezionalmente aperto e pronto a dialogare con tutti, senza distinzioni: «Chiunque, grande o piccolo, si recava in quei luoghi con molta gioia e senza alcun timore; e visitavano quell’uomo beato senza sosta, se qualcuno, uomo o donna, vecchio o bambino, desiderava condividere un pasto o trascorrere del tempo con lui, o partecipare alle sacre letture. Egli infatti era dolce e infinitamente disponibile con tutti».

Il momento del passaggio sulla colonna è descritto dall’agiografo in modo stringato ma efficace, grazie all’impego di similitudini che paragonano l’asceta a un monumento, o a una stele vivente, e a una statua di bronzo: «Disse addio a tutte le cose terrene, ai suoi amici e alle sue occupazioni, e salí innalzando se stesso come una stele in cima alla colonna, dopo aver recintato con poche assi il capitello del pilastro che era appena sufficiente perché il santo stesse sdraiato o seduto, ma egli stette sempre eretto su di esso come una statua di bronzo, lottando contro le piogge e la vampa del sole, i fiocchi di neve gelata, i venti e gli uragani».



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